CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 

 
HOME DEL DOSSIER

Nel numero in edicola

Archivio

Gilberto Benetton: un uomo tutto casa e bottega

di Walter Mariotti

Pagina: 1 2 di 2
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
9 ottobre 2009

«... PAGINA PRECEDENTE
In che senso, scusi?
«L'uscita dalla crisi sarà soprattutto nello stile di vita. Il modo di vivere si normalizzerà, come pure i nuovi ricchi dell'Est, per esempio quelli che affittavano yacht appariscenti e costosi da centinaia di metri. Sono quasi già spariti».

Paura del futuro?
«Soprattutto del presente, del contesto dove un certo esibizionismo deteriore è finito. Anche perché tutti nel mondo sono diventati più poveri».

Anche i ricchi piangono?
«Anche loro».

Ma se gli economisti dicono che la forbice si è allargata?
«Lasci stare gli economisti! Ha visto come avevano intuito quello che sarebbe successo? In realtà i ricchi sono passati da avere dieci ad avere tre».

Però torneranno a venti.
«Non credo, perlomeno non in tempi brevi. È un altro giro, le ho detto, è l'ora della sobrietà».

Per questo ha una barca da cinquanta metri?
«Ce l'ho da due anni (sorride). Però ha ragione, l'ho comprata per sobrietà».

Mi sono perso.
«Con la scusa della barca rubo tempo e spazio al mio lavoro e cerco di usarli per conoscere meglio quello che nella mia vita non ho visto per tornare a casa la sera».

È bella come quella di suo fratello Luciano?
«È più tradizionale, come me, mentre la sua è più artistica, come lui. Del resto Luciano se l'è disegnata mentre io l'ho trovata già pronta».

Pensa di passarci la pensione?
«Pensione?».

Sa, quando si smette di lavorare...
«Smettere? Non so, forse un po' in barca, sì. O forse un po' di golf... in effetti...».

Preferisce forse la lettura?
«Beh, potrei anche leggere ma bisogna fare altro. Senza la pressione del lavoro sarebbe dura... già sono lunghi i sabati e le domeniche a guardare le partite in tv. Vede la maledizione di non poter lavorare il sabato e la domenica?».

Dal 1994 si è specializzato nella diversificazione del gruppo. Dissidi o vocazione?
«Vocazione. Io nasco con il portafogli in mano».

Mi ha svelato l'origine della fortuna dei Benetton?
«Ma no (ride), la nostra fortuna è stata essere quattro fratelli con caratteristiche completamente diverse ma senza nessuna invidia. Fratelli che si sono sempre fidati gli uni degli altri. Giuliana e Carlo erano dei tecnici, Luciano un creativo e io più portato ai conti. Essendo complementari e fidandoci ciecamente ci siamo potuti esprimere al massimo. Un caso unico, credo».

Vuol dire che prima di prendere decisioni importanti non vi consultate?
«Quasi mai. Ci fidiamo anche se suona come un'eresia».

Altro che il segreto di Orazio.
«Una famiglia coesa con inclinazioni diverse e senza gelosia fa la differenza. La chiave vera però è la normalità, la completa dedizione, la totale concentrazione su quello che si fa. Una maglia colorata di lana della Patagonia, il nuovo aeroporto di Singapore o due autogrill all'Aquila non fanno poi una grande differenza, si fidi».

9 ottobre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-